lunedì 30 settembre 2013

Oasi in Tour autunno. Partecipate!!!

Programma delle visite
Domenica 13 ottobre – Fattoria del Panda “Nine del Lobo” (PR)
Domenica 27 ottobre – Fattoria del Panda “Il Cimone” (MO)
Domenica 10 novembre – Fattoria del Panda Casanuova (PR)
Domenica 24 novembre – Oasi Ca’ Brigida (RN)
Cosa portare: scarpe da trekking, binocolo, mantella per la pioggia. Le visite si terranno con qualsiasi condizione meteo. Ogni visita prevede una quota per il pasto. Prenotazione obbligatoria presso la sede WWF regionale o presso le sedi locali.
Si consiglia di contattare le sedi locali del WWF presenti in Emilia-Romagna, per partire in comitiva dalla propria città di residenza.
Per informazioni è possibile anche contattare la sede regionale ai seguenti recapiti:
WWF Italia
Sezione regionale Emilia-Romagna
tel/fax 051522087
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Richiami vivi: la Provincia di Modena non ci sente!

Riportiamo la risposta dell'assessore provinciale ad una interrogazione sulla situazione dei richiami vivi in Provincia di Modena. Ringraziamo Dante Mazzi per averci inviato il verbale della seduta e Patrizia Cuzzani per avere fatto l'interrogazione ma molto meno per la replica che troviamo ne pertinente ne motivata.
 
CONSIGLIO PROVINCIALE DEL 25 SETTEMBRE 2013

OGGETTO:
INTERROGAZIONE: RICHIESTA DI CHIARIMENTI URGENTE SULLE MODALITA' DI REGOLAMENTAZIONE E CONTROLLO DELL'ATTIVITA' VENATORIA CON UTILIZZO DI RICHIAMI VIVI.

SIGHINOLFI MAURO - Vice Presidente del Consiglio - Gruppo Popolo della Libertà
Passiamo al punto 2 a questo punto, che è l’interrogazione urgente presentata dalla Consigliera Cuzzani del Gruppo  Misto: “Richiesta di chiarimenti urgente sulle modalità di regolamentazione e controllo dell'attività venatoria con utilizzo di richiami vivi”. Chiedo appunto alla Consigliera di illustrare la propria interrogazione, alla quale risponderà l'Assessore Gozzoli.

CUZZANI PATRIZIA - Consigliere - Gruppo Misto
Grazie, molto brevemente. Potrei anche darla per letta, però vorrei spiegarla bene. Noi abbiamo avuto recentemente come Commissione Capigruppo un incontro con una serie di associazioni che ci hanno evidenziato quanto in Provincia di Modena sia presente la problematica dell’attività venatoria con l'utilizzo di richiami vivi. Con questa mia interrogazione vorrei sapere dall’Assessore Gozzoli quali e quante sono le dimensioni di questa attività venatoria che utilizza richiami vivi nella Provincia di Modena e se contro questa pratica sono state elevate sanzioni; quali sono le reali competenze della Provincia di Modena nell’ambito e soprattutto in materia di divieto di detenzione ed utilizzo di richiami vivi, nonché quali siano appunto le funzioni della Provincia di Modena come garanzia di attenta ed efficiente attività di vigilanza e se sarà possibile mettere in campo ulteriori controlli già dal settembre 2013. La cosa più importante di questo se ci sono effettivamente sanzioni previste per questo tipo di pratica e chi le deve somministrare. Ricordo recentemente, perché vi ho anche partecipato a questa problematica che ha riguardato il Delfinarium di Rimini, dove c'era un problema di mancato rispetto dei diritti degli animali. Sono intervenuti con una catena virtuosa dapprima l’Amministrazione Comunale, l’Amministrazione Provinciale e le forze dell’ordine e questi animali, che venivano detenuti da tempo in maniera fuori legge, sono stati portati via e la struttura, nonostante turisticamente ci sia stato un grosso problema, è stata chiusa. Quindi mi interessa sapere se questa pratica c'è, se la Provincia ha competenza e se esiste una legislazione che può effettivamente bloccare o intervenire. Perché, se noi siamo qui a parlare di un problema che o non esiste, o comunque la Provincia non ha funzione per potere intervenire, ritengo che si debba affrontare una problematica su cui la Provincia effettivamente ha competenza. Grazie.

SIGHINOLFI MAURO - Vice Presidente del Consiglio - Gruppo Popolo della Libertà
Grazie, Consigliera Cuzzani. Sentiamo la risposta dell’Assessore, prego.

GOZZOLI LUCA - Assessore
Ringrazio la Consigliera Cuzzani, perché in modo preciso e puntuale con la sua interrogazione consente di anticipare parte magari della discussione che entra nel merito con l’Ordine del Giorno che è stato presentato e che tutti conoscete, ma ci consente invece di iniziare a dare qualche elemento di chiarezza in più su questo problema. Perché, ovviamente, il peso e la dimensione del problema è legato, a mio giudizio, anche all’intensità del fenomeno e a quante persone coinvolge. Innanzitutto di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando della possibilità che le leggi nazionali e regionali che regolano l’attività faunistico venatoria consentono in merito alla caccia legata ai migratori. I migratori ovviamente sapete che sono soprattutto uccelli che si spostano da nord a sud a seconda della stagione e quindi nel nostro paese questo tipo di caccia non è vietato. Il fatto di non vietarlo, ma di regolamentarlo in un'attività particolare che ha, diciamo così, anche caratteristiche ataviche, legate più che altro ad un approccio rituale, che per quanto mi riguarda ovviamente è abbastanza deprecabile, però tale è, serve appunto la regolamentazione anche a prevenire episodi di bracconaggio o altro. In effetti, noi sappiamo che soprattutto nei Paesi del bacino del Mediterraneo, dove questo non avviene, dove i controlli sono molto più blandi, il fenomeno del bracconaggio è drammatico. Ci sono alcune letture che si possono trovare direttamente anche online che ci consegnano situazioni veramente disperate, soprattutto nello Stretto di Gibilterra, nell’isola di Cipro, in alcune isole greche, ma anche, purtroppo, soprattutto nel nostro territorio nello Stretto di Sicilia, nell’estremo sud della Calabria, nella zona del messinese, ma anche e soprattutto nella zona della Sardegna, dove lì praticamente non è più caccia, ma è una vera e propria carneficina, con una ritualità che vi tralascio, perché effettivamente si va oltre la crudeltà insomma. Noi cosa cerchiamo di fare? Ovviamente, partendo da ciò che è consentito per legge e che quindi qua se lo si vuole modificare si deve partire dalle modifiche della legge, regolamentiamo secondo quelle che sono le nostre competenze. La Provincia approva un calendario faunistico venatorio e anche un Piano Faunistico Venatorio. L’abbiamo appena prorogato nel febbraio scorso per le motivazioni che non sto qui... Scusate, se non parlate qui mi fate un favore, grazie; sennò si fa fatica ad intervenire. Abbiamo fatto questo calendario che, appunto, in qualche modo dovrebbe potere consentire un maggiore controllo. Quindi questa è la nostra prima competenza. L'attività direttamente collegata al controllo del prelievo faunistico non solo venatorio, ma in genere, quindi la gestione sul territorio è degli ATC. Gli ATC sono tre: ATC 1 nella zona nord, ATC 2 nella zona pedemontana e parte di pianura e ATC 3 nella zona montana, che hanno lo scopo non solo di effettuare il controllo, ma di normare la modalità della caccia e quindi della gestione vera e propria. Detto questo, però, ci sono delle competenze trasversali che ha la Provincia, perché poi, quando l’ATC non fa quello che deve fare, la Provincia ha una funzione di controllo. L’ATC è privato, ricordiamoci. La legge prevede questo, quindi noi abbiamo i nostri rappresentanti, ma l’ATC è a tutti gli effetti un Ente privato. L’entità del fenomeno. Voi sapete che in Provincia di Modena il numero dei cacciatori è in drastico calo. Negli ultimi dieci anni sono dimezzati, probabilmente anche la crisi ha dato una discreta botta a questo tipo di pratica e attualmente i cacciatori sono meno di 5.000. Non tutti i 5.000 praticano, ovviamente, o comunque non tutti praticano con la stessa intensità. Il dimezzamento avrebbe raggiunto senz'altro un numero molto maggiore, se noi non avessimo avuto in questi ultimi anni il fenomeno degli ungulati, che conoscete molto bene, e che quindi impone una presenza sul territorio di un certo vigore. Questo ha fatto sì che si avvicinassero alla caccia comunque anche nuove generazioni, perché comunque è una caccia, diciamo così, dico io, un po' più avventurosa rispetto a quella classica che abbiamo sempre conosciuto e che poteva essere la lepre o il fagiano, per andare nello stereotipo. L’entità; per entrare nel merito dell’interrogazione. Noi, facendo un censimento, dal 2010 ad oggi abbiamo circa una cinquantina di cacciatori che utilizzano questo tipo di pratica per andare a caccia. Sono circa una cinquantina. Non ho l'età media, ma senz'altro, considerando il tipo di caccia e lo scarso fascino che ha sui giovani, possiamo definirli di una fascia anziana. Considerate che già buona parte dei cacciatori, mi sembra quasi il 70%, ha più di sessant'anni. I richiami vivi detenuti in Provincia di Modena sono 391, di questi 50 provengono da impianti di cattura e gli altri 341 sono da allevamento. Cosa significa questo? Significa che nella nostra Provincia già da qualche anno viene fortemente disincentivata la pratica della cattura con gli impianti da cattura, ovvero non vengono più autorizzati impianti da cattura. Per cui tutti i richiami vivi che sono nella nostra Provincia arrivano da allevamento. Cosa significa? Significa che un conto è sottrarre un animale selvatico dalla natura per metterlo in gabbia e un conto è avere questo animale che comunque di per sé nasce già in gabbia. Sono caratteristiche completamente diverse. Sono praticamente così divisi: abbiamo 113 tordi da allevamento, 26 da cattura; 112 cesene da allevamento e 17 da cattura; 69 tordi da allevamento e zero da cattura; 47 merli da allevamento e 4 da cattura; una pavoncella da allevamento e 3 pavoncelle da cattura. Queste sono le specie che vengono detenute per questo tipo di caccia. Noi, sempre per cercare di disincentivare al massimo questo tipo di prelievo venatorio, abbiamo fatto in modo da consentire che la detenzione di questi animali potesse prevedere anche il prestito. Questo significa che, se io detengo animali da utilizzare come richiamo vivo, li posso prestare. E' ovvio che questo disincentiva il fatto che uno si inventi allevatore di questo tipo di animale, perché, se li può avere solo per la stagione venatoria, fa molto prima. Il numero è costante da tre, quattro anni. Quindi significa che praticamente gli animali sono sempre gli stessi. Questo tipo di animale è un animale delicatissimo, come tutti gli uccelli di piccole dimensioni, e quindi come tale va trattato molto bene. Se il numero è costante, vuole dire che queste bestie non vengono trattate male. Anzi, considerando che sono animali il cui costo sfiora spesso e supera i 1.000 euro, è nell’interesse di chi lo detiene fare sì che l’animale stia veramente molto bene. La detenzione di questi animali è assoggettata a tutti gli effetti a tutta la documentazione che serve per detenere un animale selvatico. Quindi è veramente molto complesso e questo fa sì che alla fine chi detiene questi animali ha una sorta, diciamo così, di cura, di attenzione, quasi di venerazione verso questi animali, per cui io escludo a priori che questi animali siano trattati male. Anche perché, permettetemi un ragionamento un po' così greve e pesante: cioè se tratti male un cane, è una situazione; se tratti male un animale di piccole dimensioni, a maggior ragione un pennuto, un volatile, muore subito e quindi si fa fatica a trattarli male anche volendo. Se il numero è costante, vuole dire che vengono trattati bene. Soprattutto vengono trattati bene perché, se li tratti male, non servono più allo scopo per cui vengono allevati. In effetti, questi animali qua per fungere da richiamo devono essere in perfetta forma, perché altrimenti non cantano. Se hanno un brutto piumaggio, non richiamano e quindi va da sé che sono trattati bene. Per cui, nell’intenzionalità di una pratica che anche a me lascia un po' perplesso, perlomeno queste bestie qui vengono trattate sufficientemente bene. Chi è che deve fare i controlli? I controlli li possono fare tutti, nel senso che c'è una legge nazionale che attiene al benessere animale, come richiamava prima anche Patrizia Cuzzani con l’esempio dei delfini, e quindi come tale anche il Vigile Urbano, la GEV, o chiunque può intervenire in questa situazione; che non riguarda solo i richiami vivi, ma riguarda la detenzione di tutti gli animali che o non hanno le specifiche documentazioni, o sono stati importati illegalmente, o vengono sottratti illegalmente dall’ambiente naturale. Gli esempi delle gazze, dei merli e dei corvi che vengono prelevati dai nidi e poi allevati in casa è classico. Il Centro Pettirosso è pieno di questi tipi di animali che, una volta che qualcuno se ne accorge, o fa la denuncia, o chiama la GEV, o la Guardia Forestale, o i nostri Vigili e questi animali devono essere riportati ovviamente in stato di libertà. Quindi è una competenza che attiene a tutti, con un dato specifico ovviamente della nostra Polizia Provinciale e della Forestale. Sono stati elevati due verbali negli ultimi tre anni. Più che altro sono stati elevati due verbali non tanto legati a come vengono tenuti questi animali, ma immagino alla pratica venatoria al momento in cui sostanzialmente si va a caccia. Si va a caccia pochi giorni all’anno, perché poi la migratoria passa in fretta. Solo in collina e praticamente a ridosso del crinale e anche quello che è il controllo per vedere se questi animali possono, o non possono essere detenuti è semplicissimo, perché, non avendo più animali da cattura, ma avendo solo animali da allevamento, tutti gli animali che rientrano nelle categorie dei selvatici volatili sono inanellati. Per cui se non ha l'anella, automaticamente un animale è fuori legge, per cui si interviene come da violazione della legge sulla detenzione degli animali selvatici e anche, se sono trattati male, per quanto riguarda la detenzione degli animali selvatici senza l’occorrente documentazione. L’ultimo dettaglio: la legge è abbastanza cavillosa in alcune parti, perché fa una distinzione a mio giudizio inutile fra animali selvatici ed animali domestici, perché secondo me definire domestica un'anatra germanata, o simile, mi sembra un po' una cosa eccessiva. Più che altro questa diventa quasi una definizione di comodo per consentire ancora un tipo di caccia, quella all'anatra, che ha - diciamo così - più appeal che non le altre, che ormai stanno cadendo un po' in disuso. Io spero di avere risposto in modo abbastanza preciso e completo. Aggiungo solo una cosa: che i detentori di questi animali sono persone assolutamente conosciute, ben volute e stimate nell’ambiente non solo faunistico venatorio, ma anche in quello, diciamo così, che attira più simpatia rispetto al mondo venatorio che è quello dell'ornitologia e della passione per questo hobby, che comunque spesso si sovrappone. Chi detiene i richiami vivi utilizzati per la caccia, spesso detiene anche tanti altri tipi di volatili al fine del collezionismo, del commercio che c'è e che tutti conosciamo, anche perché, fra l'altro, qui vicino a Reggio Emilia c'è una fiera molto importante che si tiene, penso, annualmente. Tanto per dirvi qual è il livello che delle volte si raggiunge di eccesso anche quando si è di fronte a queste passioni: qualche anno fa alla fiera di Reggio Emilia ci fu un furto di questi volatili, anche di uccelli utilizzati come richiami vivi, e addirittura fu chiesto il riscatto. Nel senso che effettivamente sono animali ritenuti molto, molto preziosi, con dei costi molto elevati, anche perché c'è un dato di affezione dietro. Ho provato a rispondere nel modo più completo possibile e spero che la risposta sia esauriente in tutti i punti e gli aspetti che venivano chiesti. Grazie.

SIGHINOLFI MAURO - Vice Presidente del Consiglio - Gruppo Popolo della Libertà
Grazie, Assessore. La parola alla Consigliera Cuzzani per dichiararsi più o meno soddisfatta, prego.

CUZZANI PATRIZIA - Consigliere - Gruppo Misto
Grazie. Devo dire che sono ampiamente soddisfatta della risposta dell’Assessore Gozzoli e soprattutto mi ha chiarito quanto qualsiasi atto possa uscire da questo Consiglio Provinciale di presa di posizione su questo argomento sia un atto del tutto pleonastico, in quanto esiste già una legislazione e la Provincia non ha alcuna capacità di potere entrare in queste decisioni in maniera preponderante. Questa, infatti, era la risposta che io volevo, cioè capire se noi come Provincia abbiamo una competenza, o se ci sono già le legislazioni. Quindi chi per un motivo o per l’altro, giustamente peraltro, come ho fatto prima l'esempio dei delfini, ha intenzione di procedere nei confronti di presunte violazioni delle condizioni di tenuta degli animali lo può fare con una legge, con una denuncia ed esistono già anche i controlli ben presenti per potere risolvere queste problematiche. Grazie, Assessore.