domenica 25 marzo 2012

Il Piano faunistico venatorio deve essere sottoposto a valutazione d'incidenza

Aree protette e biodiversità

[ 19 marzo 2012 ]

Il Piano faunistico venatorio deve essere sottoposto a valutazione d'incidenza, coerentemente alla normativa nazionale e alla direttiva habitat. Lo afferma il Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Sicilia - con sentenza 14 marzo 2012, n. 552 - che dà ragione alle associazioni ambientaliste  - fra cui Legambiente Comitato Regionale Siciliano Onlus  - e torto alla regione Sicilia.
Il calendario venatorio 2010/2011 della Sicilia unitamente al piano faunistico venatorio 2006-2011, infatti, non risulta essere stato preceduto dal valutazione di incidenza. La regolamentazione dell'attività venatoria nel territorio della Regione non prevede il divieto di caccia temporaneo in tutti i Siti Natura 2000.
La rete ecologica di aree protette di rilievo comunitario e di preminente valore per la salvaguardia della biodiversità europea (Natura 2000) è istituita dalla direttiva habitat (recepita nell'ordinamento italiano con apposito decreto). Ed è composta da una serie di siti, definiti d'importanza comunitaria (Sic)- strategici per il conseguimento degli obiettivi della Direttiva - nonché di zone di protezione speciale (Zps) per la salvaguardia dell'avifauna individuati dagli Stati membri.
Gli Stati, oltre a individuare tale aree, nella programmazione e pianificazione territoriale devono tener di conto della valenza naturalistico-ambientale dei Sic e delle Zps. E questo per evitare che siano approvati strumenti di gestione territoriale in conflitto con le esigenze di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario.
In Italia la valutazione d'incidenza è prevista per tutti i piani territoriali, urbanistici e di settore, compresi i piani agricoli e faunistico-venatori e le loro varianti. Ai fini della valutazione di incidenza, i proponenti di piani e interventi non finalizzati unicamente alla conservazione di specie e habitat di un sito Natura 2000, presentano uno "studio" volto ad individuare e valutare i principali effetti che il piano o l'intervento può avere sul sito interessato.
Dunque, il calendario venatorio nella misura in cui recepisce le indicazioni di un Piano faunistico venatorio che illegittimamente non è stato oggetto della valutazione di incidenza, autorizzando la caccia nelle Zps ed in prossimità dei Sic, si presta a diventare un facile strumento di elusione e violazione della normativa comunitaria. Se, infatti, in presenza della doverosa valutazione di incidenza fatta a monte e in sede di pianificazione dell'attività venatoria, può dirsi rispettata l'esigenza di ponderare gli effetti di tale attività sulle zone di Rete Natura 2000, lo stesso non può dirsi quando tale valutazione manchi. E questo perché i singoli calendari venatori, che richiamano e concretizzano quell'attività (illegittimamente) pianificata, realizzano sulle zone protette il pericolo di danno che proprio la valutazione di incidenza è chiamata a scongiurare.

giovedì 22 marzo 2012

L'estasi cementificatoria


C’è qualcosa di patologicamente affascinante nel ritornare sulle pagine finali della “ Summa” del Sitta–pensiero, la’ dove, colto da estasi cementificatoria, conclude la sua riflessione su Modena Futura (2008) con un richiamo all’Utopia di Tommaso Moro, augurandosi , a differenza dell’illustre trapassato, di aver la forza di poter portare a termine il suo programma. Conclude poi con una frase dai riflessi vagamente megalomani” CIO’ CHE PROGETTIAMO RIMANE PER UN TEMPO CHE PUO’ ANCHE TENDERE ALL’ETERNITA”’e prevede che una folta schiera ( in ordine cronologico!) di ignoranti, conservatori, ambientalisti fondamentalisti, conservatori ottusi, minoranza pensante, gente che non lavora, gente che spende il tempo libero per scrivere ai giornali, radical-chic, stalinisti, talebani ed ora, in fine, anche portatori di un “ambientalismo criminale”, si sarebbe opposta ai suoi progetti. Oggi, a pochi anni di distanza, abbiamo la possibilita’ di conoscere l’interpretazione dell’Utopia di Moro. Ognuno puo’infatti ammirare i falansteri di via Panni, la trasformazione dell’ex Parco Novi Sad in una landa assolata,le torri-grattacielo della Crocetta, prodromo di quanto avverra’, come da progetto, alla Madonnina, alla Stazione Piccola, all'ex-AMCM etc. In questi giorni domina nel dibattito cittadino la discussione sulle aree di via Cannizzaro e via Aristotele. L’assessore afferma che quel campo acquifero sara’ inutilizzabile perché progressivamente inquinato da nitrati. E allora? Primo compito di amministrazioni dovrebbe essere quello di impegnarsi nei tempi lunghi del disinquinamento, per non perdere nulla di quella che sara’ la riconosciuta emergenza futura, la penuria d’acqua. Se l’acqua è inquinata, diamola persa e  tombiamola irreversibilmente sotto un nuovo quartiere! Riflettendo sul recente passato, risulta evidente come in questa citta’, al contrario di cio’che è avvenuto in realta’ piu’ consapevoli , negli ultimi decenni si è inquinato, si sono cancellati i canali, le rogge e i fontanazzi di cui le nostre periferie erano ricche imponendo su di loro le squallide geometrie produttive, le brutture ripetitive che tutti conosciamo. Si è affermato su ogni direttrice viaria uno sviluppo senza qualita’, senza consapevolezza ambientale, ma spacciato per inevitabile progresso che ha trasformato l’identita’ stessa del territorio, massacrato il paesaggio ed eliminato definitivamente l’eleganza e la ricchezza biologica del nostro territorio. Questo è il vero crimine che è stato commesso, complice una societa’civile sedata ed ottenebrata dalla corsa al consumismo ed una politica che continua a considerare l’espansione edilizia il principale motore di sviluppo. Di fronte alla complessita’ dei problemi ambientali appare perfino limitante, per quanto emblematico e giusto, continuare ad accapigliarsi su via Cannizzaro ed Aristotele. In una provincia in cui si consumano14.000mila metri quadrati di ottimo terreno agricolo al giorno, è evidente che il problema riguarda un modello di sviluppo del territorio non piu’ sostenibile. Gli ambientalisti lo sostengono da tempo. A dimostrazione di cio’, se è vero, come da recenti dati CRCS,  che l’aumento dei residenti è stato del 5,4% a fronte di un’urbanizzazione aumentata del 9%, risulta evidente la patologia edificatoria del sistema economico ed appare  puramente strumentale l’appellarsi ad un costante aumento degli abitanti ( fino a 230.000 per Modena) per giustificare la necessita’ di nuove costruzioni. Questo è lo stato delle cose. Purtroppo dobbiamo constatare l'inadeguatezza ad affrontare la crisi ambientale che si profila.

WWF Modena

venerdì 9 marzo 2012

Riunione WWF Modena e visita alle Valli di Mirandola domenica 11 marzo 2012


Ai soci e simpatizzanti
 
Assemblea del WWF Modena per il giorno ven 9 marzo 2012 ore 21 presso la sede di Via Panni 167 a Modena, parco Amendola Sud.
Argomenti importanti all'ODG:
1) Ricorso Bretella Campogalliano Sassuolo
2) Proposta legge regionale sui rifiuti, aggiornamenti
3) Costituzione del Forum Salviamo il paesaggio a Modena
4)  Iniziativa alla giostra dei giardini pubblici, due pomeriggi di giochi
4) Tesseramento soci 2012, assicurazione attivisti (+ bilancio 2011 da approvare il prox mese)
5) Apertura sede del sabato
6) Proposte Varie


Ed inoltre :
Domenica Mattina 11 marzo 2012 il WWF con Il Forum Salviamo il paesaggio Modena organizza una visita alle zone umide della bassa modenese, le Valli di Mirandola, da tutelare e salvare. Partenza ore 7,00 da Piazza Roma, Modena. Visita guidata con Mauro Zanichelli con pranzo finale in trattoria per chi desidera. Ti aspettiamo.

Info : modena@wwf.it  - tel. 3402954085