lunedì 30 gennaio 2012

L’sos dei medici contro gli inceneritori - Un articolo del giornalista Fabio Gavelli

L’sos dei medici contro gli inceneritori
«Possono provocare rischi alla salute»

Intanto si allarga il numero dei residenti di Coriano che si costituisce contro Hera.
«ESISTONO convincenti evidenze sull’aumento del rischio di cancro e altre patologie connesso con l’esposizione alle emissioni dei vecchi inceneritori». E’ la conclusione del capitolo dedicato ai rifiuti del volume ‘Ambiente e tumori’, lavoro che raccoglie decine di studi sull’argomento, a opera di una trentina di oncologi ed epidemiologi di fama nazionale. Il libro, pubblicato a cura dell’Aiom, l’associazione di oncologia medica, sarà presentato giovedì nel salone comunale. Il progetto è nato e si è sviluppato a Forlì: il coordinatore è il dottor Ruggero Ridolfi, direttore di Immunoterapia all’Irst di Meldola, mentre l’oncoematologa Patrizia Gentilini ha redatto vari capitoli, fra cui quello sugli inceneritori, dove si cita fra l’altro lo studio Enhance-Health che si è concentrato sulla popolazione di Coriano. Quest’ultimo stima per le donne residenti almeno 5 anni nell’area dei due impianti (di Hera e Mengozzi) un aumento del rischio di morte per tutte le cause. Ma il volume parla in genere di correlazioni fra l’inquinamento dell’aria e dell’acqua e dei suoli e la possibilità di ammalarsi di cancro. Con un avvertimento: bisogna attenersi sempre più spesso al principio di precauzione.
COSA significa nel caso degli inceneritori? Bisogna spegnerli? «Di certo bisogna limitarne il loro uso e bene fa chi insiste sulla raccolta porta a porta, perché l’obiettivo è ridurre la quantità di rifiuti e riciclarli il più possibile — dice Ridolfi — . Nel lungo termine però si può pensare di fare a meno di questi impianti». ‘Ambiente e tumori’ parla anche di altri temi. «Sì, siamo preoccupati per le ricadute sulla salute di una serie di inquinamenti. Tutto è nato dall’idea che l’Aiom si possa occupare anche di prevenzione primaria, cioé delle cause dei tumori, e non solo di terapie».
In città tiene banco soprattutto il tema inceneritori. Si allarga il fronte dei cittadini che si costituiranno parte civile nel processo che vede imputati i dirigenti di Hera e Mengozzi, accusati di non avere avuto documentazioni in regola per l’attività degli impianti. La prossima udienza si terrà il 6 febbraio al Tribunale di Forlì e in quel caso si amplierà la platea dei cittadini di Coriano pronti a scendere in campo contro le due aziende. «Saremo una decina — dice Giovanni Gnani, del comitato che si è costituito a Coriano — . A prescindere da come finirà il processo, ci preme soprattutto sensibilizzare i cittadini. Gli inceneritori vanno chiusi».
Fabio Gavelli

Riflessione sull'ultima indecente proposta sulla caccia

Ad intervalli regolari arriva da qualche parlamentare un’indecente proposta di modifica della legge sulla caccia. Proposte regolarmente tutte affossate per l’evidente incompetenza dei proponenti. Oggi ci prova un certo Gianluca Pini, deputato romagnolo della lega . Inutile parlare delle proposte avanzate a puro scopo elettorale e assolutamente inconsistenti dal punto di vista giuridico perché in netto contrasto con la legislazione europea in materia. Ma si sa, ai leghisti dell’Europa non interessa nulla. Loro pensano a salvaguardare le loro tradizioni culturali, “polenta e osei” e le salciccie di Pontida. Quindi parlare di legalita’con loro è fatica sprecata. Ma poiché anche solo accennare a una “deregulation” del settore, come suggerita dagli emendamenti 30.054 e 30.055 alla legge Comunitaria dell’individuo sopra citato, risulta offensivo a chi da tempo si sforza di preservare cio’ che rimane della nostra fauna dopo la decennale “cura” imposta dei cacciatori, allora è tempo non solo di inorridirsi per la stupida arroganza delle proposte, ma di passare, per cosi’ dire , al contrattacco. Individuando qualche deputato che porti in parlamento proposte esattamente contrarie in ossequio alla legislazione comunitaria: limitazione delle specie cacciabili, decisa limitazione dei periodi di caccia, abolizione delle deroghe, limitazione dei capi, galera per il bracconaggio e l’uso di mezzi vietati, ritiro della licenza in caso di abbattimento di specie protette. Sicuramente la societa’ civile, nella stragrande maggioranza contraria alla caccia, apprezzerebbe. Lasciando cosi’ ai cacciatori, una volta tanto, l’onere dei ricorsi al TAR, al Consiglio di Stato etc, che tanto impiegano delle nostre disponibilita’ finanziarie! Nella logica del contrattacco sovviene un’ altra considerazione. Poiché lo stato è senza risorse, impone di continuo nuove tasse e tagli anche al patrimoni storico e naturalistico, compresi i parchi che sono la vera ricchezza del paese, è giunto il momento di prendere i soldi dove sono. Ecco allora una proposta sicuramente foriera di entrate per lo stato. Tenendo conto dell’elevato numero dei cacciatori,750.000 ca., e del fatto che la fauna , patrimonio indisponibile dello stato quindi di tutti noi, viene concessa a loro disposizione con una tassa irrisoria ( 500/600 €.ca.)* e che tale attivita’risulta in contrasto con la stragrande maggioranza dei cittadini( 88% ca.), è opportuno avanzare alla politica una proposta per il raddoppio delle tasse governative a questa categoria di cittadini che, godendo di un tollerato privilegio, potrebbe finalmente contribuire, con le diverse decine di milioni di euro ottenute, alla conservazione dei beni paesaggistici, alla salvaguardia dei parchi e del patrimonio storico.
D’altro canto i cacciatori non perdono occasione per dire che sono veri ambientalisti. E’ tempo di metterli alla prova!

*(il valore di un cinghiale, la specie ora piu’cacciata)

Zanichelli Mauro
WWF Modena

domenica 8 gennaio 2012

C'è un'altra Modena che aspetta di essere bonificata, recuperata e valorizzata



C'e' un'altra Modena che è in fase di costruzione o che aspetta di essere bonificata, recuperata e valorizzata. E si cercano nuove aree F ovunque rimaste nella città, si approvano nuove varianti per sfruttare qualsiasi spazio verde, campo di calcio, parco o angolo anche laddove nessuno vuole, e dove le costruzioni andrebbero a interferire con falde acquifere e zone di tutela.
Il programma di riqualificazione urbana della fascia ferroviaria, quadrante Nord, è del 1999 e ne fanno parte comparti pubblici e privati quali Mercato Bestiame, Fondazione Pro Latte, Fonderie Modena, Ex Corni, Acciaierie, Consorzio Agrario, Benfra, Vinacce.
Sono già costruiti diversi edifici imponenti nell'area ex Vinacce ed ex Acciaierie con una disponibilità già eccessiva di immobili oltre ai comparti Mercato Bestiame, Pro Latte, Consorzio Agrario, Fonderie ed ex Corni dove alcuni fabbricati sono in fase di costruzione e sono proprio edifici residenziali ma non solo ed altri per vari motivi e contenziosi sono ancora abbandonati a se se stessi e al degrado e che offrono uno spettacolo assai poco elegante e sicuro di Modena. Oltre agli alloggi già sfitti e disponibili, se aggiungiamo tutta questa disponibilità futura di spazi di ogni tipo, che sarà difficile alienare in poco tempo, ci rendiamo conto dell'assurdità di cui parliamo quando pensiamo di costruire ancora in via Aristotele, Cannizzaro, S. Caterina ecc. 
Mi sono permessa di fare una visita di queste aree e di rendere pubbliche le foto a memoria di chi sostiene che ancora mancano alloggi e ci sono ancora esigenze di costruire, per suggerire che prima di consumare ulteriore suolo o verde, forse è il caso di affrontare questi problemi ancora irrisolti e di recuperare queste aree dismesse tutt'ora disponibili che rappresentano poi tutta la città a nord.